Tanti i temi d'indagine sviluppati dalla Dda di Catanzaro nel filone investigativo che collega la Calabria alla Puglia. L'inchiesta è una prosecuzione di Athena
Confermate le sentenze di primo e secondo grado ai danni di Alessandro Cerchiara e Piergiorgio Siciliano, ritenuti responsabili penalmente del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso
Lo storico boss di Cetraro è stato associato in un istituto penitenziario dov'è presente un centro specializzato. Ma la difesa ha già presentato ricorso in Cassazione
Accusati di aver favorito in passato i successi elettorali di Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi per conto di un clan di 'ndrangheta, requisitoria a novembre
Ai domiciliari finiscono Francesco Rango, figlio di Maurizio, e Giuseppe Bevilacqua. Gli indagati sono stati già interrogati e ora attendono il ricorso al tribunale del Riesame
La Dda di Catanzaro, durante il periodo Covid, intercetta due presunti esponenti del clan degli italiani di Cosenza, i quali si preoccupano delle restrizioni del Governo
La seconda parte delle motivazioni che hanno portato alla condanna dell'agricoltore di Cassano Ionio per l'agguato mafioso avvenuto il 4 aprile 2022 a Castrovillari
Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia sono state depositate nel processo ordinario Kossa, in corso di svolgimento nel tribunale di Castrovillari
Gli ermellini spiegano perché l'imputato, seppure abbia avuto una collaborazione occasionale nella presunta attività illecita finalizzata al traffico di stupefacenti, deve rimanere in carcere
Né la Dda di Catanzaro né la procura generale hanno impugnato l'esclusione dell'aggravante mafiosa dalla contestazione principale del procedimento penale in cui è coinvolta la famiglia Presta di Roggiano Gravina
Analisi dettagliata della relazione semestrale della Dia presentata in Parlamento. La presenza sul territorio, le attività illecite e le indagini future. Ecco cosa c'è da sapere.
Nessuna captazione può entrare in istruttoria dibattimentale, come stabilito dal collegio giudicante di Catanzaro. Si tratta dell'inchiesta che segnò la fine politica di Mario Oliverio
Traffico di stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e all’accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti, falso e truffa ai danni dello Stato: questi alcuni dei reati ipotizzati
Gli indiziati operavano anche nelle province di Napoli e Salerno e si avvalevano dell’utilizzo di modalità di comunicazioni attraverso telefoni criptati
Pericolo di fuga e gravi indizi nei confronti degli indagati. Il decreto di fermo è stato eseguito dalla Polizia. Rinvenuto uno dei più grandi arsenali in possesso della criminalità organizzata.
Li spingevano a versare somme di denaro destinate “agli amici”, evocando le modalità di azioni tipiche delle organizzazioni criminali di stampo mafioso