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Mario Oliverio potrebbe sapere da mesi che ci sono altre inchieste giudiziarie che lo riguardano. E la “fuga di notizie” sarebbe partita direttamente da Roma, ovvero dalla sede del Pd. Lì, al Nazareno, sono dell’idea che il Governatore della Calabria non può ricandidarsi alla guida della Regione. Per motivi politici? No, anzi. Lo stesso Nicola Zingaretti, segretario nazionale dei democrat, ha riconosciuto all’uomo di San Giovanni in Fiore di aver provato a cambiare la nostra terra. Questa affermazione, tuttavia, non corrisponde alla realtà delle cose e soprattutto al malumore diffuso dei calabresi.
Si sa da almeno sei mesi che il “no” alla candidatura di Mario Oliverio per guidare il centrosinistra unito è esclusivamente legato ai casi giudiziari. Precisiamo: non quelli in corso, ma forse, e ribadiamo forse, quelli che potrebbero emergere in futuro. Di cosa si tratti lo sanno in pochi, ovviamente chi indaga e chi probabilmente è stato sentito dalla procura ordinaria di Catanzaro.
Nei giorni scorsi la deputata del Pd, Enza Bruno Bossio ha dichiarato che «Gratteri ha ordinato a Zingaretti di non candidare Oliverio». Un’affermazione grave nella sostanza e nella forma. Ma se una cosa del genere esce da un parlamentare della Repubblica italiana è indicativo dei rumors che circolano nelle stanze dei bottoni. E la preoccupazione sta nel fatto che un’eventuale indagine possa arrivare in piena campagna elettorale. Se così fosse, gli avversari ne trarrebbero giovamento.
Nel Pd pro-Olivero si cerca di fare uscire allo scoperto questa presunta nuova inchiesta giudiziaria per dire poi che il Pd nazionale era già a conoscenza di questa situazione. Ma una cosa è già chiara: Oliverio non sarà il candidato del Pd. Con o senza una nuova indagine. Il Pd nazionale lo ha già scaricato per preparare l’alleanza col M5S che, come ha dichiarato Laura Ferrara a Cosenza Channel, sarebbe aperto al dialogo.