di Pino Minutolo*

La libertà di pensiero non può essere sepolta nella logica degli schieramenti politici. Ho avanzato la proposta di città unica dell’area urbana trent’anni fa e insieme alla libera associazione “Io partecipiamo” abbiamo organizzato tre convegni a Cosenza e uno a Rende avanzando proposte puntuali e dettagliate sull’argomento. Abbiamo presentato al consiglio comunale di Cosenza persino una proposta di deliberazione di inizio del procedimento di fusione sottoscritta da 531 cittadini.

Riteniamo che nello Statuto del nuovo Ente vengano previste forme di partecipazione e decentramento. Il comune unico dovrà pertanto essere governato da un Consiglio comunale competente per la programmazione di territorio, infrastrutture, servizi, attività culturali, commerciali, nuove opere, sostegni alle attività produttive e da tre Municipi Cosenza, Rende e Castrolibero, dotati di organi eletti a suffragio universale costituiti da un minimo di cinque a un massimo di undici consiglieri in rapporto alla popolazione.

Ad essi bisognerà affidare adeguate risorse umane, strumentali e finanziarie per la gestione della quotidianità (manutenzione scuole, verde, edifici di proprietà comunale, rete idrica e fognaria, gestione dei servizi sociali, beni culturali, impianti e manifestazioni sportive e del tempo libero ecc.) nonché per la valorizzazione delle tradizioni culturali e religiose delle comunità originarie. La risposta alla città unica non può essere limitata e circoscritta – per come sostenuto da parte di alcuni – a ipotesi di semplice collaborazione amministrativa tra i tre comuni dell’area urbana. L’esperienza del passato ci dice infatti che delle sette Unioni di Comuni realizzate diversi anni fa in provincia di Cosenza non c’è più neanche la cenere. Resta soltanto il ricordo di un enorme spreco di risorse umane e finanziarie.

Né si può pensare di riesumare la precedente normativa regionale in materia di fusioni tra comuni per rimettere in gioco il ruolo dei consigli comunali. È pur vero che con la sua applicazione è stato possibile dar vita a Casali del Manco e Corigliano Rossano, sia pure in presenza di qualche dubbio di costituzionalità in qualche sua parte, ma ha anche impedito di fatto per diversi anni la possibilità di realizzare la città unica del nucleo centrale dell’area urbana a causa dell’idiosincrasia dimostrata nei suoi confronti dai consiglieri dei tre Comuni.

La nostra idea nasce dal desiderio di rafforzare la funzione direzionale di Cosenza, condizione indispensabile per poter avviare insieme ai Comuni interessati la pianificazione dello sviluppo sostenibile della grande area urbana che va da Montalto a Piano lago, dalle Serre alla Presila fino alle pendici dell’appennino paolano. Siamo certi che NUOVA COSENZA (è il nome da noi proposto che insieme ad altri due nomi sarà sottoposto a referendum) costerà di meno e ci darà di più.

*Ex sindaco di Cosenza e presidente associazione “Io Partecipiamo”