di Eugenio Corcioni*

E’ con apprensione, numerico e sgomento che dobbiamo registrare l’ennesima grave, vile, ingiustifluta ed ingiustificabile aggressione nei confronti di un collega impegnato nel urvizio di pronto soccorso, selvaggiamente aggredito mentre prestava la sua opera in un ambiente strutturale che certo non facilita il sereno espletamento dei delicati compiti affidati ai medici di pronto soccorso e con la cronica scarsità di personale.

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Il tutto, sembrerebbe, alla presema della Guardie Giurata che, sollecitata ad intervenire, si sarebbe rifiutata di farlo, opponendo una clausola contrattuale secondo la quale, nelle circostanza date, suo compito sarebbe stato solo quello di allenare le forze dell’ordine e non impegnarsi per salvaguardare l’incolumità fisica del sanitario, in spregio, in ogni caso, alle regole del vivere civile alle quali tutti i cittadini, quale che sia la loro funzionekuolo. dovrebbero attenersi.

Tutto ciò non più tollerabile e quest’Ordine, nell’esprimere piene ed indiscussa solidarietà al collega vittime dell’inaccettabile aggressione – che lo ha costretto ad interrompere il servizio e a ricorrere alle cure dei colleghi – invita, ancora una volta e con forea, tune le istituzioni competenti, ed in particolare l’Amministrazione da Ella Diretta, a voler porre in essere ogni utile e concreta iniziativa per far si che anche ai medici sia assicurata la necessaria e dovuta sicurezza sul luogo di lavoro e siano ristabilite le condizioni me per una civile convivenza, che consenta agii operatori di prestare, can doveco rispose e con serenità, la propria attività professionale.

A iniziare da un servizio di vigilanza effettivo ed efficace. cosa che, ove risultasse confermata la ricostruzione sopra riportata, allo stato é evidente non sussiste. L’Ordine, da parte sua, sarà al fianco del collega aggredito e, proseguendo sulla strada già intrapresa nei precedenti casi, ai costituirà con lui parte civile nel processo a carico dell’aggressore Ci si attende che anche l’A.O. CS da Lei diretta lanciando un segnale di discontinuità con il passato, faccia lo stesso ed in tal senso siamo a sollecitare un Suo autorevole intervento.
*Eugenio Corcioni, presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza