di Carmensita Furlano*

Gifted e Grafologia. In questi giorni abbiamo conosciuto “Francesco” (nome di fantasia), otto anni, diventato famoso a causa dell’ignoranza di un gruppo di persone che lo hanno etichettato come “ritardato”, parole queste che se pronunciate davvero anche dai bambini della classe (come si legge), è ancora più grave, questa è la diversità: appunto l’ignoranza.

“Francesco un bambino bilingue con un quoziente intellettivo notevolmente superiore alla media, con iperattività diagnosticata, descritto come un ragazzo talentuoso, capace di eseguire calcoli mentali con rapidità, parlare fluentemente due lingue e suonare vari strumenti senza conoscere la musica grazie a un “orecchio assoluto”.

Eppure tanti e forse tutti vorrebbero avere queste qualità. Francesco non è un bambino speciale, un diverso, uno strano, un ritardato, è semplicemente un bambino plusdotato, un GIFTED, nel nostro bel paese Italia, sull’argomento ancora non si parla molto, probabilmente non è di moda… ancora. Accade sempre così, com’è stato per i bambini e ragazzi autistici, così per i DSA fino a qualche tempo fa…

La plusdotazione è un fenomeno ancora poco studiato, stimato in un 5/8% di presenza nelle scuole, un concetto che si è evoluto nel tempo grazie a vari studiosi come Sternberg e Davidson, (2003) con “Giftedness e divinità Giftedness e neuroni”, e Grinder 1985 con “Giftedness e la nascita dei mental tests”. Esistono circa 100 modi per definire la plusdotazione, la maggior parte dei quali fanno riferimento alla precocità nei costrutti psicologici, all’intelligenza e alla creatività e talvolta prendono in considerazione la performance ottenuta nelle materie scolastiche.

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La giftedness è uno speciale tipo di intelligenza caratterizzata non solo da alto QI ed aumentate funzioni esecutive, ma anche da un’eccezionale creatività ed alti livelli di motivazione in tratti specifici, e una delle principali caratteristiche dei gifted è una performance superiore rispetto ai coetanei in test cognitivi e della creatività. Tale caratteristica dimostra una maturazione cognitiva maggiore rispetto ai coetanei.

In sintesi i bambini gifted hanno un altro modo di apprendere: possiedono un potenziale di abilità eccezionale, manifestano competenze precoci e interessi non comuni per l’età, possiedono abilità cognitive superiori alla media generale, si caratterizzano per la precocità nella lettura, il vocabolario molto ampio per l’età ed una notevole curiosità per molti argomenti, inclusi concetti astratti che i coetanei faticano a comprendere, sono dotati di Pensiero Arborescente, che permette loro di prendere in considerazione un elevato numero di informazioni in uno stesso momento per arrivare alla soluzione di un problema.

Questi bambini, accanto alla consapevolezza di possedere qualità pregiate in misura maggiore rispetto ai coetanei, incontrano delle difficoltà che possono rappresentare inciampo alla loro crescita armoniosa, sia quelle inerenti alla loro eccezionalità, che varie problematiche inerenti ad altre diagnosi: ADHD, autismo, dislessia, bipolare; e soprattutto la più grande e dolorosa nell’adattarsi all’ambiente scolastico sia da un punto di vista didattico che sociale.

Il caso di Francesco è emblematico, dispiace molto che ciò sia accaduto nella nostra terra che vanta l’accoglienza calorosa e affettuosa, senza naturalmente fare di tutta l’erba un fascio… i gifted sono bambini brillanti ma anche vulnerabili, comprendono immediatamente la non accettazione, l’isolamento, il disagio, soprattutto scolastico, ritrovandosi in alcuni casi, anche, oggetto di bullismo. Soprattutto nell’ambiente scolastico devono trovare accoglienza e capacità di entrare nei loro schemi, sostegno emotivo, capacità di armonizzazione all’interno della classe facendo cogliere le differenze esistenti come potenziamento dell’intero gruppo, nessun alunno deve restare indietro, e al tempo stesso costruire un arricchimento di tutte le qualità psico-fisiche di ogni bambino/a, adolescente e ragazzo/a.

Ebbene per i professionisti Grafologi (specializzati in Grafologia dell’Età Evolutiva, Rieducazione del Gesto grafico e della Scrittura, Grafopatologia), tutto ciò non è una novità, il grafologo è lo specialista che sta accanto alle persone senza invadere, è lo specialista del linguaggio scritto profondo, studia la neurofisiologia del movimento scrittorio attraverso la metodologia scientifica grafologica: metodo razionale grafologico (metodo grafonomico, grafometrico, grafoscopico, calligrafico) e su un iter logico ben definito per l’analisi della scrittura, dotata di principi e regole, esplicate anche attraverso operazioni decimali, leggi della fisica, esperimenti, pratica clinica e ricerca scientifica.

Infatti i Gifted come gli Autistici, come i Dsa, come i Disprattici (ancora non se ne parla), come i balbuzienti, e come tutti gli esseri umani, hanno una propria scrittura. La scrittura ci rappresenta, parla di noi, è il primo e unico vero test proiettivo del soggetto scrivente, perché è lo stesso soggetto a fissare in modo permanente tutti gli aspetti della sua personalità senza che si perda il minimo particolare. La scrittura rivela il quadro completo delle esperienze vissute; una visione questa stabile, perché si basa su impronte lasciate da gioie e sofferenze, del passato e da timori e speranze per il futuro.

La scrittura è “una funzione cerebrale e corticale”, è prodotto neurologico, ovvero il complesso meccanico neuro-psichico e muscolare; è il precipitato esistenziale materializzato depositato sul foglio (campo scrivente) dalla mano (mezzo), dal quale può evidenziarsi il quantum energetico e l’eventuale condizione di squilibrio bio-neuro-fisio-morfo-psicologico.

Il caso accaduto che ha fatto conoscere “Francesco” fa comprendere quanto sia importante che anche la figura del grafologo sia inserita nella scuola e nelle varie equipe multidisciplinari, la grafologia contribuisce ad aiutare nel percorso di crescita fornendo indicazioni che tengono conto delle caratteristiche individuali di chi scrive a partire dalla scuola materna, elementare fino alle scuole superiori, l’impiego della grafologia è un prezioso supporto per gli alunni, perché tutti possono in realtà avere disagi personali, anche gravi, sapientemente “occultati” a genitori, insegnanti e compagni, anche chi apparentemente si presenta efficiente, preparato, con un ottimo rendimento scolastico, con un carattere socievole, giocoso; per gli insegnanti che si trovano alle prese con casi difficili o semplicemente per favorire una più esatta comprensione dei propri allievi, ma rafforza anche l’alleanza con le famiglie per affrontare le difficoltà che si possono incontrare tra chi deve accettare e chi deve proporre le “diversità”, perché è soltanto insieme che si possono promuovere le grandi potenzialità presenti.

Nel caso di “Francesco” poteva prepararsi una accoglienza diversa costruita su varie componenti tra cui il linguaggio scritto e disegnato andando oltre la forma, insieme con le famiglie e gli alunni. Non ci sono né vincitori e né vinti, non basta essere professionisti, è necessario collaborare insieme con la certezza che siamo perfetti nella nostra imperfezione, che è richiesto coraggio per affrontare le proprie debolezze, essere gentili con le nostre fragilità, in caso contrario tutto ciò che si dice, che si scrive, che si pubblicizza resta solo uno “Slogan”. Auguri a “Francesco” per un futuro radioso ed alla sua famiglia.

*Grafologo professionista